John Elkann è, seriamente, preoccupato per le imposizioni del Presidente degli Usa. Sono a rischio migliaia di dipendenti Stellantis.
Trump ha scelto la via protezionistica per salvaguardare gli interessi degli USA e stavolta non sembra esserci alcun favoritismo per i Paese alleati in Europea. L’America, seguendo il diktat dell’inquilino della Casa Bianca, ha bisogno di tornare di nuovo grande e per farlo vuole rendere la vita difficile alle aziende straniere. I temuti dazi del 25% sono diventati realtà e riguardano anche la filiera dell’Automotive. Sebbene le tariffe in arrivo rappresentino una strategia per salvaguardare l’industria automobilistica statunitense, i produttori locali hanno espresso grandi preoccupazioni.
Stellantis, l’azienda in cui rientra anche Jeep, Dodge e Ram, potrebbe avere gravi conseguenze in USA. Il Presidente John Elkann ha evidenziato quella che ritiene essere una via d’uscita. I dazi del 25% sulle auto importate da Messico e Canada, entreranno in vigore la prossima settimana, il 4 marzo, anche se in precedenza il tycoon americano aveva detto che sarebbero state posticipate al 2 aprile. Tuttavia, con molti marchi statunitensi che contano su costi di produzione inferiori oltre confine, questo piano potrebbe aumentare il costo base di alcuni modelli.
Il numero 1 del colosso italo francese ha un piano per aiutare a proteggere l’industria automobilistica statunitense, senza l’imposizione di tariffe sulle auto prodotte all’estero. L’erede dell’Avvocato vorrebbe colpire le nuove auto che non hanno parti prodotte negli Stati Uniti. “La vera opportunità” per l’amministrazione di incrementare i posti di lavoro e gli investimenti negli Stati Uniti è, secondo John Elkann, chiudere la “scappatoia” che consenta l’ingresso nel Paese di 4 milioni di auto non conformi a tali criteri ogni anno. Bloomberg ha riferito che tali dichiarazioni sono state fatte durante una chiamata sui guadagni con gli analisti.
La sua argomentazione regge sul fatto che le auto prodotte in Nord America, tra cui Messico e Cina, debbano rispettare un requisito di contenuto di componenti negoziate durante il primo mandato del Presidente Trump, come parte di un accordo commerciale del 2020. Queste auto dovrebbero essere esentate dalle tariffe in arrivo, che minacciano di aggiungere miliardi di costi alle case automobilistiche statunitensi, mettendo anche a rischio migliaia di posti di lavoro.
Ben 2,19 milioni di veicoli prodotti in Messico sono stati esportati negli Stati Uniti l’anno scorso, rappresentando il 13,6% del mercato. Le importazioni canadesi hanno costituito 717.000 unità, ovvero il 4,5%. La mazzata finale per il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA potrebbe arrivare dai dazi al 25%, poiché oltre il 40% delle sue auto vendute negli Stati Uniti provengono da Messico e Canada.
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