Una proposta arriva dall’Unione Europea a causa di una scadenza ormai già decisa. Sembra proprio che il futuro delle automobili come le conosciamo sia davvero segnato, ecco la prova definitiva, se ne servisse una.
Sapete cosa succederà dal 2035 in poi in tutto il continente vero? Le automobili come le conosciamo spariranno del tutto, anche se alcuni marchi sono più testardi di altri nel lasciarsi alle spalle il passato. Dal canto suo l’Unione Europea ha già deciso, nonostante lo scetticismo di chi le automobili le produce e si dice poco convinto dell’utilità di questa norma.
Addio alle auto
Da quando è nata l’Unione Europea che è passata nel giro di pochi decenni da essere un semplice accordo commerciale tra i paesi membri per lo scambio di beni primari a diventare qualcosa di sempre più simile ad un maxi stato che riunisce sotto una sola bandiera tantissimi paesi diversi tra loro, sono stati molti i cambiamenti che hanno sconvolto la vita dei cittadini, automobilisti inclusi.
Ad esempio uno dei cambiamenti più importanti introdotto nel 1992 riguarda lo standard europeo sulle emissioni che inevitabilmente è andato ad interessare tutte le vetture con motore tradizionale: si parte con l’Euro 1 fino ad arrivare all’Euro 6 del 2014. Queste categorie riguardano le automobili con motore a benzina o diesel, classificandole in base a quante emissioni nocive per l’ambiente producono in media.
Non piace a nessuno
In teoria a partire dal 1 luglio 2025 entrerà in vigore il nuovo livello di questa classificazione chiamato naturalmente Euro 7 che dovrebbe imporre nuove severe regolamentazioni sulla circolazione di automobili a benzina e diesel. Cosa prevede questa misura? I motori diesel dovranno abbassare le emissioni di ossido di azoto e non di poco.
Infatti, le case produttrici per rientrare nella categoria Euro 7 si vedranno costrette ad abbattere le emissioni del 35% rispetto al vigente Euro 6, un’impresa che molti marchi non credono fattibile. Idem per il particolato, destinato a scendere del 13%. A nulla sembrano valere le proteste da parte dei costruttori con uno su tutti che non approva affatto la misura.
Serve la neutralità
Stando al dirigente di Renault Luca Di Meo questa misura renderebbe praticamente una catastrofe la produzione di automobili con motore tradizionale a partire dai prossimi due anni: “L’Euro 7 è infattibile e questa misura aumenterà solo il divario di produzione di automobili tra l’Europa e l’Asia”, dice il dirigente con evidente riferimento alla Cina che non ha certo a che fare con regolamenti così stringenti.
Il dirigente del marchio francese chiede dunque una neutralità tecnologica all’Unione Europea mettendo sulla bilancia i circa 13 milioni di posti di lavoro che il settore della produzione di automobili conta ad oggi: “Se il problema è davvero la CO2 la soluzione potrebbe includere altri carburanti oltre all’elettrico, ma l’Europa non prevede questo”, conclude De Meo.
Ancora una volta insomma mettere d’accordo tutti diventa davvero difficile in Europa con il pericolo che grandi mercati come quello cinese riescano a prendere il sopravvento sulla produzione di automobili italiane. Per il momento, da Bruxelles nessuna smentita: la deadline per l’Euro 7 insomma rimane in vigore.