Il pilota della Mercedes Lewis Hamilton va a muso duro contro la FIA. Ecco cosa ha fatto il pluricampione britannico.
Nelle scorse settimane aveva fatto molto rumore la nota della FIA con la quale si invitavano i piloti ad evitare prese di posizione e commenti politici. Naturalmente molti piloti avevano visto la cosa come una minaccia alla loro libertà di espressione e avevano duramente criticato la decisione.
Tra questi uno dei più contrari, che non ha mancato di farlo notare, è stato Lewis Hamilton. Il pilota britannico negli ultimi anni si è sempre molto esposto sul tema dei diritti civili. Questo anche a costo di generare malumori non solo all’interno del circus, ma anche tra alcuni appassionati che poco gradivano la politicizzazione di alcuni sport. Con il giro di vite della federazione la discussione si era ulteriormente inasprita. Successivamente la FIA aveva corretto il tiro affermando che la decisione si applica solo e soltanto ad eventi ufficiali e non per interviste o comunque questioni ‘personali’ dei piloti.
Il pilota Mercedes ha comunque voluto lanciare un segnale alla FIA. E infatti, come aveva già lasciato intendere, si è presentato alle prove libere del GP del Bahrain, primo appuntamento del Campionato Mondiale di Formula 1 2023, con un casco con i colori arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQ+. Una scelta che inevitabilmente ha fatto discutere.
Stando a quanto riporta Autosport, Lewis Hamilton non avrebbe comunque dovuto chiedere il permesso per indossare quel tipo di casco, in quanto il divieto riguarda solo eventi formali come ad esempio il podio e non certo il casco o le interviste che i piloti rilasciano a titolo personale. Il CEO della Formula 1 Stefano Domenicali ha appoggiato la scelta di Hamilton.
Lato FIA c’è stato sostanzialmente silenzio. Il presidente Mohammed Ben Sulayem non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma secondo molti, non essendo esplicitamente in contrasto con quanto prescritto dal regolamento, la federazione non ha ritenuto utile commentare. In ogni la scelta del pilota britannico, se non altro perché avvenuta in un paese del Medio Oriente, ha generato un acceso dibattito. Secondo diversi opinionisti si tratta comunque, seppur all’interno dei limiti, di un guanto di sfida lanciata alla FIA.
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