Sapevate che la casa svedese Volvo ha vissuto una tremenda esperienza al limite dell’incidente diplomatico con un intero paese? La storia sembra incredibile ma conoscendo bene la storia del paese dove è successa non stentiamo a crederci.
Protagonisti di questa bizzarra vicenda davvero grottesca, una delle case automobilistiche più importanti d’Europa ed una nazione dove in realtà le automobili sono a tutti gli effetti un bene di lusso. Nonostante questo tra il marchio ed il governo le cose si sono messe subito male.
La storia di cui parliamo oggi è davvero poco conosciuta e non a caso, vede come protagonista uno dei paesi più misteriosi del mondo. Si tratta della Corea del Nord, nazione sottoposta a quella che è forse l’unica necrocrazia del mondo, una dittatura in cui non solo viene venerato alla stregua di un dio il dittatore vivente ma anche i suoi antenati.
Questo singolare paese di cui si sente parlare soprattutto quando l’attuale capo di stato Kim Jong Un minaccia test nucleari per spaventare l’occidente è molto misterioso perchè proprio per la sua situazione politica, visitarlo per un occidentale è praticamente impossibile e molte nazioni non hanno nemmeno un’ambasciata sul suo territorio. Anche perchè chi si è avvicinato a loro, l’ha pagata davvero cara!
Negli anni settanta la situazione della Corea del Nord, allora sotto il dittatore Kim Jon Il che è anche il papà dell’attuale leader non era ancora grave come oggi e qualche paese europeo sperava di poter aprire qualche tipo di rapporto anche solo commerciale con lo stato.
Tra questi ci fu la Svezia che attraverso la sua principale casa produttrice di automobili Volvo tentò un approccio diplomatico con il misterioso e povero paese asiatico e i suoi governanti che però, stando a quanto raccontano diversi cronisti del tempo, non si comportò proprio da buon vicino.
Nel 1975 la Svezia decise di costruire un qualche tipo di rapporto con Pyongyang inviando nel paese una flotta di oltre un migliaio di nuovissime Volvo 144, berline solide e sicure che avrebbero sicuramente aiutato la motorizzazione di un paese dove le automobili sono davvero un bene di lusso visto che pochissimi cittadini ne guidano.
Come ricorda il diplomatico Erik Cornell che fu uno dei primissimi occidentali ad essere accolto nel paese, la Svezia riuscì proprio grazie a questo accordo ad aprire per prima un’ambasciata nella capitale del piccolo paese asiatico: “Non c’era molto da fare nel paese tranne che guidare la mia Volvo, c’era molta povertà”, ricorda l’uomo ad oggi.
Peccato che stando ai rapporti ufficiali Pyongyang non abbia mai pagato per le automobili come d’accordo che pure erano state offerte come un segnale di inizio di una fruttuosa collaborazione economica. Secondo gli economisti svedesi, il debito è cresciuto in oltre quarant’anni e ad oggi la Corea del Nord deve circa 300 milioni di Dollari alla Svezia per quelle auto. Aspetta e spera come si suol dire…
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