Letteralmente un Charles Leclerc come non lo avete mai visto, anzi, di cui non avete mai letto: ecco cosa ha fatto il pilota.
Tranquillo, pacato e molto professionale. Questo è il Charles Leclerc che tutti conosciamo, bravo ad ammettere i propri errori davanti ai microfoni e che, sempre davanti alle telecamere, è bravo a non perdere la calma anche nelle domeniche peggiori. In cuffia però, qualche volta lo abbiamo sentito urlare, ma quello è un altro discorso. Ed il lato umano di Leclerc, esisterà? I tifosi iniziano a chiederselo.
Certo che sì, e da oggi è a disposizione di tutti. Basta comprare, possibile già farlo anche online, l’interessantissima biografia che racconta i primi venticinque anni del fenomeno monegasco, non a caso intitolata, Le Prodige. Ovviamente non per mancanza di umiltà del numero 16 in griglia, ma perché quello è il soprannome dato dai telecronisti, al bravissimo ferrarista.
La firma è di Rémi Boundoul, l’uomo che i retroscena non li ha chiesti soltanto al pilota, per scoprire anche qualcosa di scomodo. Fortuna per il classe ’97 che di marachelle ne avrà fatte poche, ma per esempio un racconto di un suo amico, ci rivela che una volta non c’erano posti per tutti in barca, eppure Charles, per avere tutti i suoi amici storici con sé, si offrì semplicemente di dormire lui per terra. Questo è un comportamento che potremmo aspettarci da lui.
Un altro bel racconto è quello invece dello stesso pilota che in qualche modo, chi è appassionato di motori, aveva anche già sentito. Arriva direttamente dalla voce del pilota della Rossa, che ricorda la sua vera prima volta a Maranello: “Avevo 11 anni, ma non entrai. Rimasi seduto nel parcheggio e mi immaginavo una struttura simile a quella vista ne La Fabbrica di Cioccolato. Con gli Umpa Lumpa che scorrazzavano in giro”. Bella fantasia aveva Leclerc, sicuramente.
Poi, anni dopo è arrivata per fortuna di chi ama la Ferrari, una chiamata da parte di Arrivabene, che convocava quello che sarebbe finalmente stato il primo pilota del cavallino. Ed anche qui, il monegasco diventa molto divertente: “Ero in barca con un amico e avevo il telefono in modalità silenziosa. Mi aveva appena chiamato Maurizio Arrivabene ma non sentii il cellulare. Lo richiamai. Non mi sentivo bene, e chiesi di spegnere i motori. Avevo capito di non essere stato scelto per la Ferrari. Quindici secondi dopo Maurizio mi disse che era uno scherzo. Appena ho attaccato mi sono tuffato in mare. Mi sembrava tutto così irreale. Io in Ferrari…”.
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